La sede di Polesine Acque in via Benevenuto Tisi da Garofolo a Rovigo
Voto bipartisan contro l’integrazione tra le due aziende idriche. A favore soltanto il forzista Patrese.
La fusione si ferma a Rovigo. La prima commissione del consiglio comunale di palazzo Nodari, lunedì 10 aprile, ha votato “no” all’operazione di incorporazione di Polesine Acque in Cvs, il gestore idrico della Bassa Padovana.
Solo il preludio (anche se non vincolante) al voto del consiglio, fissato per giovedì 20. Ma con
la Lega Nord fermamente contraria, e buona parte sia della maggioranza che dell’opposizione orientate allo stesso modo, l’esito della discussione in aula appare già scontato.
E con il no di Rovigo, che nella compagine sociale di Polacque pesa quasi il 17%,
il progetto di fusione è già affondato per metà, visto che ai contrari basterà raccogliere il 33,4% delle quote per impallinare questo matrimonio.
Il voto della commissione ha visto
sei no (i leghisti Ruggero e Zanotti, i centristi Borgato e Denti, Chendi e Vernelli), l’astensione di Milan della lista Menon (che però ha annunciato che potrebbe votare contro giovedì, in aula) e l’unico “sì” del forzista Vani Patrese, in commissione su delega di Fabio Dolcetto, che in questo modo si pone ai margini della maggioranza.
Il servizio completo, i commenti e i retroscena sulla Voce in edicola martedì 11 aprile.