ROVIGO - La campanella ha suonato stamattina, 13 settembre, in tutti gli istituti scolastici del Polesine: 28mila gli studenti polesani tornati tra i banchi di scuola assieme a circa 2100 insegnanti. In particolare, ad entrare in classe sono stati 26.100 studenti delle scuole pubbliche polesane e circa duemila delle scuole paritarie (dei quali un migliaio solo nel capoluogo). L'emozione più grande si respirava, come ogni anno davanti alle scuole elementari per il primo ingresso a scuola dei più piccini, ma almeno per oggi, un po' in tutti gli istituti l'aria era di festa. A varcare la porta delle scuole di Rovigo anche uno studente d'eccezione, il sindaco di Rovigo Massimo Bergamin, in tour nei diversi istituti per portare il suo saluto, dalla scuola dell'infanzia Sant'Antonio al liceo Roccati passando per la scuola primaria Maini di Borsea e la scuola secondaria di primo grado (ovvero scuola media) Riccoboni nel quartiere San Pio X.
"Inizia un nuovo anno scolastico e un nuovo capitolo della vostra vita - ha detto il primo cittadino ai ragazzi - E permettetemi un piccolo compito per casa, già il primo giorno di scuola. Apprendo con preoccupazione che il bullismo e il cyberbullismo spesso vi riguardano troppo da vicino. Parlatene, perché non c’è nulla di più sbagliato dell’essere presi in giro con violenza e cattiveria. Troverete sicuramente una mano tesa pronta ad aiutarvi: nelle vostre famiglie, nei vostri insegnanti, nei vostri dirigenti scolastici, nelle società sportive o nelle parrocchie che frequentate. Essere tutelati e protetti è un diritto di ognuno di voi. Fatelo valere".
Dopo i primi momenti di entusiasmo per rivedere amici ed insegnanti, a fare sentire la loro voce sono stati i ragazzi della Rete degli Studenti Medi, puntando il dito contro la precarietà degli edifici scolastici e i costi elevati per le famiglie. “Vogliamo, fin dal primo giorno di scuola, fare luce sulle condizioni in cui gli studenti si trovano quotidianamente, rispetto alle quali la politica si dimostra sorda da troppi anni - ha spiegato la portavoce Anna Tesi - Chi torna a scuola oggi, vive un pericolo concreto: la messa in sicurezza delle scuole, soprattutto alla luce di un anno tormentato da scosse di terremoto e calamità naturali, come ci ha ricordato la giornata di domenica 10 e la situazione critica vissuta a Livorno, deve essere una priorità: allo stanziamento di fondi deve seguire un monitoraggio continuo e attento delle condizioni delle strutture scolastiche. Si aggiunge poi la totale assenza di finanziamenti per il diritto allo studio, motivo per cui il costo della scuola, anche per le famiglie in estrema difficoltà, supera i mille euro annui a studente, tra libri di testo, trasporti e corredo scolastico".
La leader della Rete ha anche aggiunto: "La scuola deve essere luogo di cultura e sapere aperto e inclusivo in un momento in cui l’alternanza scuola lavoro, ormai obbligatoria da due anni per gli studenti, così come proposta dalla legge 107/2015, evidenzia i suoi limiti, e le cui storture non sono certo più giustificabili dietro alla retorica della novità, ancora in attesa di uno statuto che sia garante del rispetto dei nostri diritti, vogliamo essere ascoltati e coinvolti in un complessivo ripensamento della scuola, dai metodi di didattica alternativa, come la stessa alternanza scuola lavoro, all’innalzamento dell’obbligo scolastico e la riforma dei cicli scolastici, al numero chiuso e all’accesso all’università.”
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