Ieri due imbarcazioni hanno ricevuto il via libera per tornare al porto, ma una ha rischiato di incagliarsi. I lavori di dragaggio dovevano durare 2 settimane, ma ne sono passate 8.
Un
calvario che sembra non avere fine quello dei
pescatori di Pila. Ieri
due delle sei
barche "esiliate" hanno
fatto ritorno al porto polesano, dopo aver ricevuto il via libera dalla ditta che ha eseguito i lavori di dragaggio.
Ma ad attenderle una
brutta sorpresa: il
porto non è ancora praticabile. Una delle due imbarcazioni ha rischiato infatti di
incagliarsi sui banchi di sabbia che ostruiscono la bocca di Barbamarco.
I cantieri non potranno ancora levare le tende, quindi. E per i pescatori
il disagio continua: sono trenta i "lupi di mare" che da otto settimane si alzano nel cuore della notte per essere a
Porto Garibaldi alle
4 di mattina e da qui prendere il largo. Prima di calare le reti, però, i pescatori devono affrontare
altre tre ore di navigazione: una vera odissea.
Alla sera, poi, una volta rientrati in porto, devono
scaricare il pescato e
preparare la barca per il giorno dopo, prima di salire in macchina e percorrere i
60 chilometri che li separano da casa. In queste condizioni il
tempo per riposare è davvero poco.
Per guadagnare qualche ora di sonno in più, all'inizio i pescatori
dormivano in barca, nella speranza di dover stringere i denti soltanto per le
due settimane di durata dei lavori.
Ma si sbagliavano: a otto settimane dall'apertura del cantiere, la
bocca di Barbamarco non è ancora praticabile senza correre il
rischio di restare incagliati.