L'agibilità della struttura è scaduta il 31 dicembre. Dall'1 aprile fornelli spenti e personale a rischio. Cambiamenti in vista anche per i punti di accoglienza e i "lavori in economia".
Fornelli spenti dall'
1 aprile nelle
cucine dell'ospedale di Adria, che
chiuderanno i battenti. Di fronte alla prospettiva della
riduzione del personale, le
sigle sindacali si sono già mobilitate chiedendo un
incontro urgente con il direttore generale dell'Ulss 5
Antonio Compostella e con il direttore amministrativo
Gianluigi Barause.
Fino al 31 dicembre scorso la cucina era in possesso del
certificato di agibilità, firmato dagli uffici dell'ex ulss 19, ma con l'anno nuovo il documento non è stato rinnovato dagli incaricati della nuova Ulss 5. Un segnale, secondo quanto trapela dagli ambienti rodigini, dell'imminente
chiusura delle cucine, su cui l'azienda sanitaria aveva messo mano nel
2015 per sistemare le
infiltrazioni.
La stessa sorte potrebbe toccare anche ai
punti di accoglienza del Santa Maria Regina degli Angeli, il cui personale potrebbe essere a rischio. Anche i
fornitori abituali dell'ospedale stanno
con il fiato sospeso: su di loro incombe infatti la minaccia della
perdita di fatturato visto che, con l'accorpamento delle Ulss, le decisioni relative ai
"lavori in economia" sono state spostate da Adria a Rovigo.
Alla riforma strutturale non sfuggiranno neppure i
magazzini economato e farmaceutico, attualmente gestiti da personale interno, ma la cui
gestione dovrebbe essere
appaltata, come accade già a Rovigo.
La
rivoluzione della sanità, insomma, rischia di avere un
impatto negativo nel
tessuto economico della città di Adria.